The Beauty and the Beast

The Beauty and the Beast è un lavoro girato all’interno del Museo Civico di Storia Naturale di Milano.
Il museo è vuoto e c’è solo una bimba che, con una vecchia cartella sulle spalle, lo percorre e nel suo andare incrocia gli sguardi degli animali imbalsamati all’interno delle teche.

L’innocenza della bambina si scontra con il testo che lei legge, quasi fossero i suoi pensieri, mentre la camera la segue riprendendola di spalle. Quello che ascoltiamo è un estratto, modificato, della Banalità del Male della filosofa tedesca Hannah Arendt. La bambina procede nella lettura come se ponesse allo spettatore delle grandi questioni sulla vita, la morte e la violenza umana.

Il nome del personaggio di Adolf Eichmann, un feroce gerarca nazista imputato del famoso processo di Gerusalemme per crimini di guerra contro l’umanità, è stato cancellato dal testo dimodochè la bimba non pronuncia mai il suo nome ma lo sostituisce con Egli o Esso. Questa scelta è dettata dal fatto di non voler concentrarsi su un episodio specifico della storia ma affrontare il discorso della banalità del male in modo universale.

Link: The Beauty and the Beast

The Beauty and the Beast
2017
Full HD Video, 5’25’’
8 photographs, Hahnemühle paper
Museo Civico di Storia Naturale, Milan

The Beauty and the Beast was filmed inside the Museo Civico di Storia Naturale in Milan.
The museum is empty, except for a little girl who, with an old satchel on her back, walks through it, crossing the gazes of taxidermied animals inside the display cases.

The girl’s innocence contrasts with the text she reads—almost as if voicing her thoughts—while the camera follows her from behind. What we hear is an altered excerpt from The Banality of Evil by German philosopher Hannah Arendt.
As she reads, the child seems to pose profound questions to the viewer about life, death, and human violence.

The name of Adolf Eichmann, the Nazi official prosecuted in the historic Jerusalem trial for crimes against humanity, has been removed from the text so that the girl never says his name—instead referring to him only as He or It.
This decision stems from the desire not to focus on a single historical episode, but to address the concept of the banality of evil in a broader, universal sense.