Blue White Red
2019
Video 4k, 5’ 10”
6 foto su carta Hahnemülhe, 100×80 cm
Blue White Red è un video ideato a Belgrado in cui i colori della bandiera della ex-Yugoslavia vengono srotolati, come fossero un nastro infinito, all’interno del perimetro delle fondamenta del Museo della Rivoluzione nella zona di Novi Beograd.
Nel 1961 fu scelto un audace progetto di Vjenčeslav Richter per quello che doveva essere uno degli edifici più importanti della Jugoslavia socialista: il Museo della Rivoluzione della Nuova Belgrado. Richter affermò che lo scopo di questo museo era “salvaguardare la verità̀ su di noi”. Il museo della rivoluzione, mai costruito, doveva essere aperto pubblicamente nel 1981 e doveva presentare una collezione e un’esposizione permanente, una visione completa dei movimenti sindacali e della rivoluzione popolare all’interno della SFR Jugoslavia.
Con la mia azione di natura performativa documentata da un video, tento di ricostruire in modo “immaginario ed ironico” questo spazio mai realizzato. Per farlo decido di indossare i panni di un super eroe mascherato – che veste i colori della ex Yugo- e, come nelle staffette che venivano fatte in occasione dei festeggiamenti dei compleanni di Tito, ne ripercorro il perimetro delle fondamenta correndo.
Blue, White Red
2019
Video 4k, 5’ 10”
6 photos on Hahnemühle paper, 100×80 cm
Blue White Red is a video work conceived in Belgrade, where the colors of the former Yugoslav flag are unrolled, like an endless ribbon, within the perimeter of the foundations of the Museum of the Revolution in the Novi Beograd district.
In 1961, an ambitious project by Vjenčeslav Richter was chosen for what was meant to be one of the most important buildings of socialist Yugoslavia: the Museum of the Revolution in New Belgrade. Richter stated that the purpose of this museum was to “safeguard the truth about us.” The Museum of the Revolution, which was never built, was intended to open in 1981 and present a permanent collection and exhibition providing a comprehensive view of the labor movements and popular revolution within the Socialist Federal Republic of Yugoslavia.
With my performative action, documented in the video, I attempt to “imaginarily and ironically” reconstruct this unrealized space. To do so, I decide to take on the role of a masked superhero—dressed in the colors of the former Yugoslavia—and, like the relays that took place during Tito’s birthday celebrations, I run along the perimeter of the foundations.
